Dedicato alla mia città…
Amare Salemi è facile… Salemi è un’assonata città della Val di Mazara, fiera alla luce di un patrimonio artistico e monumentale di degno rispetto (non a torto, in passato, veniva denominata l’Atene del Vallo di Mazara ) e di una sua, seppur sporadica, inclusione nelle vicende della Storia patria, ma oltremodo delusa da innumerevoli speranze tradite. Una città che, svuotata dal massiccio esodo delle nuove generazioni che partono alla volta delle abbaglianti metropoli del nord della nostra penisola o delle grandi nazioni europee, sopravvive nella disillusione del presente e nell’utopia di un futuro, volto ad un possibile “rinascimento” socio-economico e tale prospettiva, finora, tarda ad arrivare. Eppure, Salemi riconosce da sempre di avere in sé tutte le carte in regola (o, per meglio dire, quasi!), ogni ingrediente necessario alla “svolta”: aria salubre, panorami infiniti, campagne ridenti, storia e tradizioni a iosa, gente brava e laboriosa, un contesto urbano unico nel suo genere (basti, per esempio, pensare all’antico rabato), un’invidiabile centralità della posizione logistica nella Valle che si affaccia sulla città costiera di Mazara e conseguente equidistanza dai maggiori centri della provincia trapanese (Trapani, Marsala, Castelvetrano, Mazara del Vallo, ecc.). Intanto, le pietre sonore si sgretolano inesorabilmente nel silenzio della politica, sotto il sole crudele dell’estate o le folate gelide dell’inverno, sotto gli occhi sgomenti dei visitatori che subiscono la malia di un luogo senza tempo dove, da decennio in decennio, albergano sfacelo e abbandono, ma il suo richiamo, nonostante il degrado imperante, diventa, in ognuno dei fruitori occasionali, già ricordo indelebile alla memoria, configurandosi in una voglia di un ricorrente ritorno. E, talvolta, occorre anche che la memoria collettiva dei salemitani, purtroppo, arretri alle incursioni e all’invadenza del marketing, del mero consumismo e presti il fianco alla fin troppo superficiale rivisitazione delle tradizioni dei padri.
La pagina madre “Amare Salemi” è stata pensata come introduzione, un incipit, un primo passo di un viaggio virtuale (che proseguirà nelle successive) attraverso le vie, i quartieri, gli angoli, le terre di una cittadina che ho sempre amato fortemente; insomma, si tratta di una sorta di personale reportage fotografico di Salemi dai mille volti, la mia città, che, nonostante i duri e biechi assalti del tempo, ostile alla sua rinascita, ha preservato e tuttora mantiene un indicibile fascino primigenio. Forse, il progetto contribuisce ancor di più al rafforzamento del senso delle mie origini o, come spesso si suole dire, del significato interiore che ha sull’uomo del Terzo Millennio l’incessante ricerca o il ripristino delle cosiddette “radici”, o, probabilmente, non senza la percezione positiva di tale azione, si tratta di un’ intrinseca riscoperta valoriale della propria Terra in senso lato. E allora, ben venga! In questa confusa e corrotta congerie che ci attanaglia, ci disperde e separa, mai e poi mai, rassegnarsi allo smarrimento o, peggio, allo stravolgimento della propria identità culturale.
Gioacchino Di Bella
Salemi, 11 gennaio 2017
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