E’ da tempo che pensavo a questo titolo: “Arte culinaria salemitana”. Sì, proprio così. Il cucinare è un’arte del gusto, del palato che va studiata, ricercata e salvaguardata dalla modernità fin troppo frettolosa, spendacciona, sprecona. E nell’età del takeaway a qualsiasi costo, si rischia di smarrire le radici delle nostre antiche ricette, per intenderci quelle che le nonne hanno tramandato alle generazioni femminile successive e che, adesso, non riescono nell’operazione di consolidamento delle tradizioni. Si va di fretta, troppo di fretta e, allora, certe preparazioni, che impiegano il giusto tempo per ricoprirsi di sapore, vengono accantonate per far posto ai tutorial spicciativi che ci consentono il pranzo o la cena veloci. Tuttavia, mancano quegli ingredienti che caratterizzano la vera cucina: la maestria, la pazienza, la manipolazione del “materiale base” e il tempo che fa la differenza nella qualità del prodotto. E le nostre nonne erano maestre di una sapienza ineguagliata tra i fornelli e non solo. Noi contemporanei ne abbiamo da imparare dalle nonnine che ci hanno preceduto ed è così che sento il bisogno di recuperare tale patrimonio culinario che ci appartiene nel profondo. La pagina “Arte culinaria salemitana” vuole, quindi, essere, senza alcuna pretesa di esaustività, una piccola raccolta delle ricette tipiche locali di una volta di Salemi (ma che, in realtà, affondano nell’humus delle tradizioni culinarie della Sicilia intera) con l’intenzione, forse ambiziosa, di riproporre tali ricette al grande pubblico dei buongustai e delle buone forchette che sanno apprezzare la semplicità e l’autenticità dei piatti, che dopo lungo cammino, sono pervenuti fino a noi.
Gioacchino Di Bella
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