Poche ore ci separano dalla fine del 2019 e, come al solito, siamo tutti indaffarati non solo ai fornelli, dietro al luculliano cenone di fine anno ma anche nella spasmodica assimilazione delle predizioni del futuro con relativa indigestione di oroscopi, divinazioni, previsioni (guarda caso, sempre fauste!) e bilanci consuntivi. Ebbene, per quanto mi riguarda, è stato un anno da ricordare, come direbbero i latini, un “annus insignis“, ossia anno memorabile, almeno in taluni aspetti. E lo dico al di là di retoriche o prosopopee che non mi riguardano affatto. All’esordio del 2019, mi sono riproposto di scrollarmi di dosso un po’ di noia e di mettermi in gioco, proponendo altrove qualche poesia che tenevo, forse da troppo tempo, nel buio del cassetto. Così, senza prendermi tanto sul serio, ho aderito ad eventi letterari di respiro nazionale ed internazionale. Ho fatto ciò superando la mia congenita ritrosia e quel proverbiale pudore di cui è affetto chiunque abbia scritto dei versi senza vantare lodi e onori. Ne sono convinto: nella stragrande ordinarietà dei casi, ognuno di noi ha vergato qualche rima e poi, quasi vergognandosene (il che è assolutamente improprio ed ingiusto nei confronti del proprio io!) ha buttato il foglio nel cestino (anche del desktop) o ha archiviato, all’istante, l’ispirazione. Io, invece, mi sono chiesto con una certa obiettività: “Perché no?” ed ho provato. Da quel momento, con mia somma sorpresa, debbo ammettere come sia stato un crescendo di emozioni e di piccole, ma smisurate, gratificazioni che hanno accompagnato lo scandire dei mesi del 2019. Sì, perché partecipare ad un agone poetico non è, come si può ritenere, mettersi in mostra o pavoneggiarsi di eventuali premi ottenuti, bensì misurarsi con l’altrui sensibilità e confrontare la propria visione del mondo con quella di altri poeti. Inoltre, quella particolare esperienza del consegnare le proprie parole, i propri pensieri, i propri componimenti ad un giuria di esperti dislocata a centinaia di migliaia di km da te che possa leggerti, apprezzarti, escluderti dalla competizione o valutarti in relazione al messaggio intrinseco trasmesso dall’opera e non alla tua appartenenza sociale, geografica, al tuo status, è inenarrabile. E’ una sfida con sé stessi che non ha eguali e credo che ogni autore debba sperimentarla al fine di verificare la bontà o la veridicità di quanto è stato già compiuto o scritto. Tuttavia, la sensazione che ne deriva (ed io l’ho provata con un tasso esponenziale di adrenalina che è arduo descrivere) è quella di una subitanea condivisione di valori che va oltre le collocazioni geopolitiche o le posizioni ideologiche. Nell’ambito di un concorso poetico si infittisce la trama di una singolare comunità umana che nutre sé stessa con il fuoco sacro della Poesia che scalda il sangue nelle vene, dell’alto grado morale, della fratellanza solidale oltre gli steccati culturali, della solidarietà e del senso di appartenenza ad una famiglia umana che possa ancora ritenere imprescindibile la speranza dell’homo che a ritornare ad essere sapiens sapiens su questo mondo ormai malato. Ebbene, per me, il 2019 è stato, come già ripetuto poco prima, un anno nobile. Uno dietro l’altro ho inanellato una serie di riconoscimenti insperati e sbalorditivi che mi hanno incoraggiato a proseguire oltre le mie ombre, ad andare avanti lungo il sentiero già intrapreso da ragazzo. Ricordo le comunicazioni ufficiali che mi annunciavano gli esiti dei concorsi cui ero iscritto; ogni volta era un sussulto al cuore, una gioia che ha fatto arrossire le mie gote. E non importa se si trattava di attestati di merito, menzioni d’onore o piazzamenti strategici: li ho considerati tangibili testimonianze d’affetto nei miei confronti, gesti d’attenzione alla mia finora appartata attività letteraria. I singoli riconoscimenti colmavano di sano orgoglio il mio animo, mentre correva nella mia mente il pensiero positivo di avere contribuito, seppur in minima parte, all’avvenenza culturale del Paese che si chiama Italia. E, allora, come non rammentare quanto mi è stato attribuito:
- Premio internazionale “Le occasioni”: Premio speciale della Giuria: sezione A – poesia inedita
- 10° Concorso nazionale “Poesie d’amore”: attestato di merito ed inserimento nella specifica antologia del Premio.
- Semifinalista nella VII edizione del Premio letterario “Città di Como”
- I° edizione Premio letterario” Città di Ascoli Piceno” – edizione 2019: segnalazione di merito – sezione poesia
- 23° Premio letterario “Trofeo Penna d’autore”: menzione d’onore ed inserimento nella specifica antologia dell’evento
- Finalista al “Golden Aster Book 2019” – sezione poesia ed inserimento nella specifica antologia dell’evento
- Finalista al VII Concorso CET – Scuola autori di Mogol – inserimento nella specifica antologia dell’evento
- I° Premio letterario internazionale “Il dantesco” – edizione 2019 – Città di Anagni (FR): I° premio speciale “Dante” ex aequo nella sezione poesia ed inserimento nella lodevole edizione antologica dell’evento curata dall’Accademia Bonifaciana e LBE edizioni.
Tra tutti gli eventi cui ho aderito, porterò per sempre nel cuore la data del 28 settembre 2019; sì, proprio lì, nella città di Anagni, quando l’Accademia Bonifaciana mi ha attribuito, insieme ad altri straordinari autori, il primo premio speciale “Dante”. Probabilmente qualcuno dirà, con sottile sarcasmo, che si tratta di bazzecole, che scrivere poesie non serve a nulla, che è un esercizio intellettuale poco o per niente remunerativo, ma non è affatto per me. Beh, io credo nella Poesia e non nel vile denaro, sterco del diavolo. Sì, sono un idealista, un incallito sognatore e me ne vanto. Perciò, ritengo che le liete novelle letterarie del 2019 a me occorse, sono un buon punto di partenza e, finora, grazie a Dio, non ho più smesso di scrivere. Chissà…
Salemi, 31 dicembre 2019
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